Il “culto del cargo” delle evidence-based practices e la de-moralizzazione della decisione (educativa)
DOI:
https://doi.org/10.57609/paideutika.vi35.2147Parole chiave:
Conoscenza, Processi decisionali, Evidenze empiriche, Etica, ScienzaAbstract
Malgrado decadi di serrata riflessione epistemologica sulla costruzione sociale della conoscenza scientifica e il tributo che essa paga alle circostanze della sua produzione, si assiste ad un rinnovato consenso sulla necessità di fondare le decisioni (politiche, educative) sulle cosiddette evidenze empiriche. Come ha mostrato il recente dibattito sull’adozione di norme sociali durante la pandemia, la scienza è invocata quale presidio di certezze che giustificano la decisione politica, come se la buona decisione fosse e dovesse essere una pratica libera da valore, una sorta di corollario pragmatico e non discrezionale dell’enunciato scientifico. L’articolo intende riflettere sui rischi impliciti in questa de-moralizzazione della decisione: dalla delega all’esperto alla neutralizzazione della propria responsabilità nel (im/pro)porre fini e mezzi.
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