Le donne bugiarde: questioni morali di genere nella cultura educativa medievale in Francia e in Italia
DOI:
https://doi.org/10.57609/paideutika.vi37.3458Parole chiave:
Falsità, Esegesi, Letteratura didattica medievale, Donne, GenereAbstract
Dopo quasi cinque decenni di studi sulle donne e sul genere nell’Europa medievale, pare opportuno esaminare quei percorsi di idee che hanno rappresentato le figlie di Eva come una sorta di razza bugiarda. Senza questo tipo di indagine, infatti, la storia della mentalità medievale mancherebbe di una componente essenziale. Questo contributo analizza le bugie come vera e propria testimonianza storica attinente alle questioni di genere. Le regole di genere medievali prevedevano solo due opzioni: “maschio” o “femmina”. Tale prospettiva vincolava le persone alle loro caratteristiche biologiche, ma differenziava anche moralmente tra uomini e donne fin dalla nascita, una distinzione binaria che da quel momento in poi sarebbe divenuto un fatto sociale e formativo. La presente ricerca è volta a identificare l’impatto dei Padri della Chiesa latina (Agostino e Girolamo) sulle rappresentazioni allegoriche dualistiche (Verità contro Falsità) realizzate da artisti e da alcuni scrittori volgari della letteratura morale didattica in Francia e in Italia. A tale scopo sono evidenziate le istruzioni esplicite impartite nei secoli XIII e XIV da Richard de Fournival sull’educazione sentimentale degli adulti e da Filippo da Novara e Francesco da Barberino sul controllo del comportamento verbale delle bambine. Infine, vengono presentate importanti testimonianze su Christine de Pizan, la cui attenta e pubblica testimonianza all'inizio del XV secolo fornisce un resoconto dettagliato delle ripercussioni del dibattito Verità contro Falsità sulla vita dei suoi contemporanei.
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