La "metafora" emozionale di A. Camus: la Peste
DOI :
https://doi.org/10.57609/paideutika.vi37.3441Mots-clés :
Educazione, emozioni, pedagogia, sentimentiRésumé
Una volta chiuse le porte, si accorsero di essere tutti, e anche lo stesso narratore, presi nel medesimo sacco e che bisognava cavarsela […]. Madri, figli, sposi, amanti che avevano creduto, alcuni giorni prima, di procedere a una temporanea separazione […], si videro di colpo allontanati senza rimedio (A. Camus, La Peste).
“La Peste”, di Albert Camus, è un romanzo polifonico, nel senso espresso da M. Bachtin, e corale, dove da ogni personaggio emergono tratti psicologici e dove nella potenza dei dialoghi è possibile intravedere la reazione di fronte alla morte. È, “La Peste” di Camus, uno dei romanzi che più di ogni altro interseca snodi e riflessioni educative come la cura, il nichilismo, la tendenza dei mass media a spettacolarizzare gli eventi, la sordità emotiva, il valore dell’amore vero nella coppia, l’esilio, lo sciacallaggio e la speculazione; il processo di consapevolezza e l’essenzialità della vita umana. La lettura del romanzo di Camus suggerisce cosa fare, ma soprattutto come essere: ne “La Peste”, Camus offre all’uomo una rinnovata moralità, fondata sull’amore per la vita, sulla relazione con il prossimo.
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